Il nuovo Messale in arabo

Un’opera della Chiesa di Gerusalemme per tutte le parrocchie cattoliche latine del mondo arabo

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Nuovo Messale

Durante questo Avvento, da Gerusalemme è stato messo a disposizione per tutto il mondo arabo il nuovo messale. Questa piccola diocesi si incarica infatti di produrre, revisionare e condividere il messale che poi viene usato in tutte le diocesi del mondo di lingua araba. Un dono importante che ci ricorda la centralità della Chiesa di Gerusalemme.

«La prima edizione del messale in arabo è stata realizzata nel 1983-84 ed è quella ancora in uso oggi», racconta Padre Aziz Halaweh, direttore dell’Ufficio Liturgico del Patriarcato Latino di Gerusalemme. L’edizione, disponibile da dicembre 2022 è, spiega, «la seconda ed è stata fatta seguendo le ultime edizioni del Messale Romano del 2008. In questa edizione, la traduzione in arabo è stata rivista a partire dal testo latino mentre, in quella precedente, avevamo preso come punto di partenza la versione italiana. Questo ci permetterà di essere più fedeli all’originale».

Questa opera sostanziosa ha richiesto nove anni di lavoro. «Il nostro ufficio liturgico è stato ristabilito dal Patriarca Pizzaballa tre anni fa. Da due anni ho preso in mano io il coordinamento dei lavori che erano già cominciati da sette anni», condivide Padre Aziz. Prima, infatti, la missione liturgica all’interno del Patriarcato non era svolta da un ufficio preposto ma da un vescovo che si occupava della liturgia coadiuvato da alcuni sacerdoti. «Ora, con l’ufficio – continua il responsabile dell’ufficio liturgico – abbiamo un impiegato e anche una commissione liturgica che rappresenta varie realtà della diocesi in Palestina, Israele e Giordania. Per la revisione della tradizione araba, è stato istituito un comitato specializzato nel quale abbiamo un latinista, un arabista, un biblista, un teologo, un vescovo, un liturgista e anche un musicologo perché abbiamo anche rivisto tutta la musica».

Il lavoro monumentale dietro alla pubblicazione del nuovo messale ha infatti tenuto conto dell’importante contributo delle arti a quest’opera, sia per quanto riguarda l’aspetto musicale che quello visivo attraverso alcune icone che abbelliscono il messale e aiutano ad entrare in preghiera.

Padre Aziz che ha anche una formazione musicale, ci spiega meglio questo aspetto: «C’era bisogno di rivedere la musica in accordo con la lingua araba per il canto gregoriano. Fortunatamente la sillabazione araba si avvicina molto a quella latina per il gregoriano, per questo siamo stati in grado di mettere in musica in arabo tutto quanto è musicato in latino. Chiaramente, essendo la scrittura araba da destra a sinistra, non è semplice associarla alla musica che va da sinistra a destra ma ci siamo riusciti con successo».

Riguardo invece alle immagini che arricchiscono il messale, sono l’opera di Suor Maria Ruiz della comunità delle Suore di Betlemme che si trovano a Deir Rafat. Suor Maria era stata già chiamata dal Patriarca Pizzaballa per illustrare l’intero Evangeliario e aveva accettato questo incarico a fine 2020. A marzo 2021 le è stato chiesto anche di produrre le immagini che ora ritroveremo nel nuovo Messale. «A quel tempo – racconta Suor Maria – avevamo appena iniziato l’Evangeliario: solo poche immagini, principalmente dal Vangelo di Luca, erano già state realizzate». Così, grazie all’instancabile lavoro anche di Suor Maria, il nuovo Messale avrà lo stesso stile del nuovo Evangeliario, uno stile originale ma anche – su richiesta del Patriarca – emblematico di tutte le varie influenze (bizantina, latina, armena, etc.) della Chiesa Madre di Gerusalemme.

Il messale è un libro d’altare per i sacerdoti e, rilavorando con una commissione anche sulle traduzioni, qualche formula è stata rivista anche in arabo. Per esempio, Padre Aziz spiega la modifica che è stata fatta all’invito alla comunione che segue immediatamente l’Agnello di Dio. In arabo suonava: «Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati al banchetto del Signore». Adesso la formula, come in altre lingue e sulla base del latino, è diventata: «Beati gli invitati alla Cena dell’Agnello». Anche l’orazione colletta, la preghiera sulle offerte e quella dopo la comunione sono state modificate e arricchite.

Chiaramente, sulla base di questo, verranno rivisti anche i libretti per i fedeli, anche se si è fatto attenzione a non modificare troppo le risposte del popolo. «La parrocchia di Gerusalemme, con il nostro aiuto, produce un foglietto domenicale diffuso nelle altre parrocchie dove ci sono tutte le nuove formule, permettendo così al popolo di Dio di seguire interamente la liturgia arricchita con queste modifiche insieme al sacerdote», conclude Padre Aziz.

 

Elena Dini

(Dicembre 2022)